venerdì 7 giugno 2013

zuppa di pollo




Una vecchia lavora rapidamente dei ravioli ripieni di carne. Ne fa uno ogni battito di ciglia. Attorniata da pentole e marmitte fumanti dà ordini alla nipote che é indaffarata a servire ai tavoli. Dalla valle sale una nebbia densa come il vapore di brodo di pollo che bolle con dolcezza. La zuppa di pollastro che servono con i ravioli mi scalda le ossa da dentro e mi salva dal freddo che nelle Bengala Hills e in Sikkim non mi dà tregua... Il tetto del mondo lo posso vedere e mi sembra quasi di toccarlo. Montagne innevate che nonostante siano distanti 200 km sembrano vicine. Questo mi dà l'idea di quanto enormi siano. Se la catena dell'Himalaya è il tetto del mondo questa è la grondaia... piove sempre e la nebbia ti mangia la pelle. La potente Karizma ormai ha cambiato nome. Dopo il Nagaland la chiamo "la bestia"! Zero paura e completa affidabilità! La bestia mi accompagna per strade sterrate tra fango e sterpaglie. Corriamo liberi tra montagne millenarie e costeggiamo sereni fiumi sacri.
Senza paura ora siamo in Sikkim e la faccenda si fà interessante, la Cina si respira in ogni cosa. Le pelli chiare della gente, gli occhi a mandorla, la lingua e finalmente una mentalità diversa, più aperta rispetto all'India. Le donne comunicano col mondo e si vestono in modo più occidentale. Tutto è pulito. Incredibilmente pulito per essere India.


Mangio un'altra zuppa di pollo che incandescente mi rovina la serata. Il padrone del ristorante e del lodge dove alloggio mi offre un whisky del Sikkim che incrementa il bruciore del palato. Ho come l'impressione che si farà tardi forse le 11... magari fra un po' entra una puttana... in Sikkim dicono sia pieno. Io non ne ho viste, per ora.
Le ore scorrono con una lentezza difficile da credere tra caffè e sigarette. Guardo l'orologio e si muove lento, lentissimo. Con la lingua allappata dal brodo di pollo e dal whisky mastico il tempo guardando un vecchio che tenta di pulire con una scopetta sotto il lavandino a lume di candela una cucina che avrebbe bisogno di un ettolitro di acido muriatico. Regola numero uno: non guardare  mai in cucina! Non cucinerei neanche per il mio peggior nemico in una cucina indiana. E pensare che mangio ogni giorno cibo che passa attraverso muri grondanti di unto nero come l'inferno e per mani lerce che sporcano quel che toccano. Mmmmmm... zuppa di pollo...
fantastica zuppa di pollastro!!

Sono sereno e mi risuona in testa insistentemente una poesia di Esenin...

Rudy




2 commenti:

Anonimo ha detto...

Pollastro?? ...Sicuro ...???....

Anonimo ha detto...

che bella canzone, forse una delle mie preferite, il vero titolo(confessioni di un malandrino) fa capire quanto abbia mancato l'infanzia indolente a questo ragazzo(uomo) che l'infanzia l'ha vista con il binnocolo, tristemente rimembro il suo tempo da piccolo che non dev'essere stato facile, che bello rifletterci in una canzone cosi bella e pura per rialacciare i ricordi di un passato cosi nero. scusami caro per questa arringa, non è colpa nostra se la vita ci ha dato queste risposte, speriamo che alla fine di questo viaggio le risposte diventino piu' umaniste e che reinventino un passato piu' gaio.
ti amo moltissimo, non dimenticarlo mai, tuo frate guido.