mercoledì 24 luglio 2013

Final Cobra&Carbon - Ultimi racconti sull'India







Il viaggio è terminato...
ascoltiamoci l'ultima intervista andata in onda sabato 20 luglio 
sulle frequenze di Radio Onde Furlane...








Concludiamo, ringraziando Radio Onde Furlane per la preziosa collaborazione!!!



lunedì 8 luglio 2013

New Delhi



Goa, Vasco da Gama fino ad Udupi per la costa, Mangalore, Belur, Halebid, Bangalore, Mysore, 
Sultan Batheri, Nilambur, Kumbalanghi, Allapuzha, Kumily, Kodaikanal, Tiruchirapalli, Vaitheeswaran Koil,
Villupuram, Auroville, Chennai, Kavali, Anakapalle, Koraput, Kotapad, Rayagada, Srikakulam, 
Gopalpur on sea, Puri, Raj Nagar, Belasore, Raghunathganj, Siliguri, Madarihat, Nalbari, Guwahati, Nagaon, Jorhat, Majuli, Sibsagar , Mon , Tuli , Jorhat, Darjeeling ,Pelling, Yuksom, Damak,Barahakshetra, Kathmandu, Bandipur, Pokhara, Tansen, Kohalpur, Mahendranagar, Moradabad, New Delhi




   9.830 km all'attivo / km effettivi 11.700



Visualizza Muzane Indostan in una mappa di dimensioni

Post finale, cattivo come il male!!!


ultimo post - video

Mi ricordo come fosse ora il preciso istante in cui presi la decisione di intraprendere questo viaggio in moto.
Credevo fosse una cosa da niente. Mi credevo sicuro delle mie potenzialità e forte delle mie esperienze. Mi dicevo: "cosa sarà mai?! L'India e il Nepal sono dei posti come altri!!!"
Quanta ingenuità...
L'India e il Nepal non sono assolutamente dei posti come altri... non sono neanche lontanamente simili al peggior e al miglior luogo che possiate immaginare...

La commistione di emozioni che un unico scorcio di una strada riesce a generare è tale da coglierti di sorpresa. Delle volte è così intensa da creare un senso di disagio. È un pugno ben piazzato allo stomaco di quelli che ti strappano il respiro. È una carezza materna delle più dolci che ti bacia la pelle come soffice ovatta. È liquido amniotico che sgorga dalla fogna come fosse melassa andata a male. È un delizioso liquore alle rose che come seta rosa riveste il palato.

Percorrere le strade dell'Indostan a cavallo di una moto si è dimostrato tutt'altro che facile. Ma per un motivo in particolare è stata la scelta giusta. Perché questi due paesi si muovono in moto e far parte dell'immane flusso di motocicli che si aggirano per le loro strade è stato avere la possibilità di viverli dall'interno abbattendo all'istante la distanza di cultura, di religione e di approccio per lasciarsi travolgere dalle immense contraddizioni che li stritolano ed è stato rotolare nel fango di una terra in fermento che sa regalarsi senza riserve.  
Perle opalescenti montate su anelli splendenti e porci che sguazzano unti per strade luride tenuti assieme da una forza atavica e invisibile all'occhio pigro dell'occidente.
Forza che ha la pretesa di essere generatrice ma che dimentica di essere anche scoria che inquina la mente fino allo stremo.    La sera la terra, calda ed esasperata dal sole instancabile, rilascia tutto il calore residuo. Il puzzo della brodaglia che si è accumulata durante il giorno viene rilasciato con estenuante lentezza. La merda di mucca si fà aria e si respira con fatica in ogni angolo. Il viscido lerciume da denso diventa gassoso e infesta i polmoni stanchi da un'intensa giornata di puzza!
Mucche, rane e scarafaggi giganti scorrazzano allegri nella fanghiglia delle viuzze. Gli uomini rincasano ubriachi di vodka e rum. I materassi di canapa si rivestono di sporche lenzuola per concedere il meritato riposo a un popolo che fatica e a stento si lascia vivere in una terra piena di imprevisti e con poche probabilità.

Rifletti minuscolo essere che così eri e se non stai allerta così ritornerai.

Viviamo come funamboli. Camminiamo su corde che sono lame affilate. I piedi sanguinano ma non fanno male perché i tagli sono così sottili e continui che non ce ne accorgiamo neanche. E con la spregiudicatezza di un artista circense consumiamo la nostra vita nella convinzione di essere abili in quello che facciamo. Il suolo ci sembra vicino e crediamo che anche le cadute non fermeranno la nostra esibizione... ma è uno spettacolo sterile e nessuno applaudirà alla fine. Il suolo è distante mille miglia e la caduta non lascierà traccia del nostro corpo. Viviamo come artisti e tronfi crediamo in quello che facciamo quando invece la nostra esistenza è colma di amenità. Abbiamo inventato divinità per proteggerci e ambizioni per dare un senso a cose che dal punto di vista in cui mi trovo non hanno nessun significato. Proteggiamo i nostri figli come fossero le cose più importanti e crediamo di poterlo fare. Ci diamo costrizioni credendo in una possibile contropartita dopo la morte. 
Darei tutto quello che posseggo perché i vostri dèi fossero qui con me a vedere la miseria umana, i bambini che muoiono per strada, le deformità fisiche, la merda che sgorga dai pori... 
dèi che si nascondono indifferenti quando le cose vanno male ma che si interessano di qualunque cosa quando si tratta di morale.

Il ridicolo sfiora il grottesco ma il senso di vuoto che lascia è per me medicina per il cuore. Il percorso verso il nulla cosmico si fa gioia osservando la leggerezza umana che appena può fomenta altra leggerezza inconsapevole dei danni che provoca. 
Assopiti tra i vostri confort di velluto rosso riposate pure forti della convinzione che il vostro dio non si preoccupa della bambina nuda che sguazza tra le pozzanghere dimenticata da tutti.

Maleditemi, sfottetemi, consideratemi un fesso saccente o non consideratemi neppure, ma in India e in Nepal io ho visto cose che rimarranno scolpite nella mia mente come lacerazioni incurabili, cose così oltre il limite della decenza e dell'immaginazione da farmi rivoltare le budella. Come possa l'essere umano consentire a se stesso un tal disprezzo mi è poco chiaro. Forse in questo, nell'idea dell'aldilà, di una promessa dopo la morte, sta quel briciolo di energia che gli consente di trascinarsi avanti...

Ora il viaggio è concluso.
La mente dovrà superare strade impervie per dimenticare.
Il corpo invece gradirà il ritorno dopo lunghe fatiche.
In ultima analisi posso garantire che questi luoghi sono delle macchine del tempo che ci permettono di scrutare nel nostro passato. 

Scrivo da una baracca del tè a bordo strada. Dopo il Nepal sono tornato in India e si sente dal suono insopportabile e continuo dei clacson, dalla puzza di immondizia, dai transessuali che chiedono l'elemosina ma anche dai profumi di menta e di incenso, dal groviglio di razze, costumi e religioni e dai ciclorisciò che pedalano instancabili...
pedalano e pedalano...
e ancora pedalano...
uno che mi è appena passato davanti sembra Max Gazzè.. ma negro....
e pedala, pedala, pedala...


Arrivederci, a chi lo vorrà...
Rudy


"In genere scrivo così e non sto a pensarci, ma quando spedisco è come una piccola parte di me che se ne va nelle mani di  qualcuno lontano chilometri e chilometri, che si chiederà che cazzo sta succedendo o magari  userà la mia lettera come carta igienica"

John Lennon



"L'uomo che lotta per ciò che egli ritiene giusto, è libero. Per contro si può vivere nel paese più democratico della terra, ma se si è interiormente pigri, ottusi, servili, non si è liberi; malgrado l'assenza di ogni coercizione violenta, si è  schiavi. Questo è il male, non bisogna implorare la propria libertà dagli altri. La libertà bisogna prendersela, ognuno la porzione che può."

Ignazio Silone 



Non per paragonarmi a Lennon o a Silone ma:

"Siamo sempre soli!
nasciamo soli, muoviamo i nostri primi passi da soli, scopriamo l'amore e la tristezza da soli.
Siamo soli con noi stessi per tutta la vita e alla fine, per quante persone potremmo aver amato, odiato e avremmo al nostro capezzale, guarderemo in faccia la morte da soli... 
ma non con un pesante senso di solitudine, solo con la leggerezza di essere tra noi stessi."

Rudy Citossi





sabato 6 luglio 2013

29.06.2013

Collegamento telefonico con Rudy del 29.06.2013...Sulle frequenze di Radio Onde Furlane.
Buon Ascolto!!!




lunedì 1 luglio 2013

Guest or ghost house?




E per la rubrica "Il buon consiglio indo-nepalese" questa settimana ho quasi rischiato di morire...


Partiamo da un esempio. Se vi trovaste sfortunatamente a Mestre a mezzogiorno in un giorno torrido di estate e si avvicinasse un turista in infradito che vi chiede la direzione per i giardini della Biennale cosa fareste?
Beh, credo che chiunque, dopo aver capito che l'inconsapevole malcapitato è a piedi, gli spiegherebbe che non può andare laggiù perché i km sono troppi, lui è in ciabattine, senza acqua e il sole è tremendo!
Ma per gli indiani e i nepalesi non è così... tu hai chiesto la direzione e io ti dico qual'è... senza avvisarti dei pericoli e delle difficoltà che potresti trovare!! Egoismo o inconsapevolezza???



Bene, ieri chiedo al villaggio cosa c'è da vedere nella zona e mi danno il nome di due posti. Il primo un tempio e il secondo quello della grotta più grande d'Asia.
Dopo vari chilometri, in cui chiedo per conferma piú volte la direzione, i villani continuano a dirmi "go straight" senza aggiungere che i chilometri sono 5 ma il dislivello è di 400 metri. Devastato comunque arrivo in cima e lo spettacolo mi ripaga. Una vista  stupenda di valli e montagne piene di terrazzamenti per il riso che sembrano le curve di un corpo di una donna. Questi toni di verde, giallo e azzurro mi ricordano gli impressionisti e mi fanno riflettere sull'immensità dell'arte.



Ora la grotta...
prendo la moto e mi avvio. Arrivo in un villaggio di quattro case dove scorgo nascosto tra le baracche un cartello di legno marcio con la scritta "Siddha caves". Posteggio la bestia e intravedendo una scalinata che si inerpica sulla montagna chiedo quanto tempo ci vuole per raggiungere la grotta e con leggerezza mi dicono 30 minuti...



Daccordo che fumo, va bene che non sono allenato e non faccio sport da sempre, passi che a pranzo mi son fatto due birre, ma credo che un dislivello di 800 metri con un clima tropicale durante un monsone ammazzerebbe chiunque!
Ma la cosa disarmante è che nessuno ti dice nemmeno che la grotta è roba da speleologi. 400 metri dentro una gola immensa in ciabattine e pila led scarica che mi hanno dato all'entrata. La guida, un ragazzino di 20 anni, è vestito da speleologo e io sono in magliettina, borsetta e ciabatte. Sul biglietto c'è scritto che loro non sono responsabili per eventuali cadute, traumi o morte...
Immaginate le grotte di Postumia ma senza luci e senza nessuna barriera protettiva. Talvolta intravedo delle gole profonde decine di metri e noi stiamo camminando praticamente sul ghiaccio e scivolo di continuo. Dio santo sono anni che non mi sento così in pericolo. Buio pesto, lampade a led, migliaia di pipistrelli, freddo... disastri.
Dov'è Balrog?!?!



Ma anche qua dove la morte mi ha sfiorato ho potuto aver conferma della miseria umana che preferisce affidarsi ad una pietra sacra a Shiva alla fine di una grotta pericolosissima piuttosto di mettere qualche corda o paratia che potrebbe salvare davvero la vita... e Shiva se ne sta tranquillo e se la ride!




Faccio i conti con me stesso e pago il peso del viaggio. Sono stanco e dei batteri residui dell'ultima botta mi creano ancora problemi. Sono raffreddato, come tutti in questo momento, e non ho molta energia.



La guest house



Nella prima vogliono 1000 rupie per notte e nella seconda 1200. Io naturalmente sono disposto a girare ore pur di non pagare una cifra del genere. Piuttosto la investo in birra ma no per dormire. Tanto cerco e chiedo in giro finché non mi dicono che ci sarebbe un posto che fà 300 a notte...



Sembra la casa degli spettri... Grigia e cupa con finestre piccole e disfatte sta sopra una collina e domina lugubre il paesaggio. La sera escono i soliti ragnazzi che c'erano a Majuli... veloci come motorini e grandi come una mano...  ma in piú c'è anche qualche pipistrello che gira tranquillo tra le stanze basse. Lume a petrolio e pronti per l'apparizione del fantasma.
Ma come nelle fiabe invece dello spettro esce un baldo giovanotto a petto nudo pieno di tatuaggi e muscoloso. Capello lungo e occhio azzurro. Potrebbe fare il modello! Sul cuore ha tatuato un ritratto della madre con la scritta "Love u mom". Faccio uno più uno, osservando come mi guarda, e capisco che è omosessuale.  Altroché casa degli spiriti... ma io capito sempre in questi posti per caso oppure ho buon naso?!



Bandipur è un villaggio del Far West mescolato con un supermercato. La vista sarebbe magnifica se non piovesse di continuo... è comunque bello e rilassante stare qua. Mi ricorda incredibilmente Burano! Chi ha avuto la fortuna di passare l'aperitivo della sera nella calle principale di Burano la ritroverebbe qua con i vecchi che cantano e bevono, qualche turista che passeggia e alle 20, nel giro di 10 minuti, la via principale diventa deserta... tutti a cena che la vecchia ha fatto "bovoeti"... qua a cena trovi riso ma la fulminea sparizione è identica!


Rudy

martedì 25 giugno 2013


Collegamento telefonico con Rudy del 22.06.2013...Sulle frequenze di Radio Onde Furlane.
Buon Ascolto!!!




Maialini



giovedì 20 giugno 2013

Kathmandu, il superuomoscimmia e il crepuscolo degli idoli



Un caldo brodo rosso mattone che ribolle fremente in un'antica pentola di rame ossidato.
Ogni viscida bolla che sale lenta dal fondo esala un puzzo mostruoso. Il sapore della broda purpurea invece è delicato e sembra distillato di acqua di rose.
I muri dei templi assomigliano al colore che ha il ragù che ha bollito per ore.  Quel colore rosso cangiante che in base a come lo si osservi vira verso l'ottone e sembra quasi aver disciolta dentro di sè polvere d'oro che riflette la luce.
Sembrerà becero affiancare il pensiero di un tempio hindu a un ragù di carne di mucca ma vi assicuro che è stata la mia prima impressione. Sarò ossessionato dal cibo; probabile...

Ti investe veloce, ti passa di nuovo sopra mentre inerme schianti al suolo e non paga ti sorride delicata. Kathmandu è la migliore favola che vorrei mi fosse raccontata da mio padre prima di addormentarmi. Kathmandu è un paese perduto nel tempo e, chiaro come un'alba, risplende per la gioia degli occhi.
Strofinati il volto con morbida seta, trova la forza per prenderti sul serio ed entra fiero nella tana del lupo, e se sarai abbastanza coraggioso sopravviverai all'immensità di una città che potrebbe schiacciarti con un solo movimento della mano...

Scrivo seduto a un tavolo da "Snow Man" una vecchia pasticceria hippie del 1965 famosa per la "chocolate cake". Oddio quanto è hippie questo posto in "Freak Road"...
per certi versi mi ricorda la vecchia camera di mio fratello (F.m. I°), quel misto di oggetti anni settanta appesi ai muri, uno stereo che passa gli Steppenwolf, lampadari di vimini a palla e i muri intasati di scritte di avventori che parando qui trovavano il riflesso di casa. La torta è pazzesca e mi schiaffo anche una fetta di quella al caffè... mmmmh...
il vecchio mi ha promesso che domani mi passa la ricetta.

Tra le anguste vie della vecchia Kathmandu la vita si annida losca. Passaggi stretti ti portano in mondi che non potevi immaginare. Si intravedono bische e bordelli. Ballerine quattordicenni e vecchi che battono pentole in ottone. Meccanici luridi che lavorano al suolo e dentisti di strada. Niente é legale ma tutto si combina...

Kathmandu ha una vita nascosta; l'India nasconde la vita!

Saranno stati gli hippie a stravolgere lo sviluppo di questa città o sarà stata lei a prestarsi bene per la libertina cultura hippie? Non so ma sta di fatto che di old and new hippie questa città è piena e anche molti negozi si sono adeguati. Io poi dormo nella roccaforte e quindi sono invaso dagli invasati.


Il monsone grigio e ingombrante è arrivato prepotente e non dà tregua con le sue piogge battenti. Se mi avessero chiesto 5 mesi fà come mi sarei sentito a girare in ciabatte tra la merda e il fango e sotto la pioggia avrei di sicuro disapprovato ma, dopo tutto quello che ho visto, ora sto a mio agio.
Ci riflettevo stamattina. Un disagio unico: taxi, moto, ciclorisciò che ti sfiorano i gomiti; pozzanghere senza fondo e piene di liquami; sangue di animali macellati in strada; puzze orrende; pioggia incessante e io in ciabattina da frikkettone in pieno relax a gironzolare tra un tè nero e un gelevy... ma quanto mi hanno cambiato l'India e il Nepal?!


Kathmandu è una delle città con più templi al mondo ed è una delizia per gli occhi poter godere di tanta bellezza architettonica.
Mi sento un superuomo, un SuperUomoScimmia!!!!
Però l'ultima cosa che mi sarei aspettato da queste terre così surrealmente mistiche sarebbe stata proprio la conferma del mio nichilismo. Come possa la gente prostrarsi continuamente di fronte a religioni di cui hanno inteso poco o nulla non lo capisco.
Ti fottono i soldi però chiedono la grazia, bevono e fanno "la vita" ma offrono fiori a Ganesh, la corruzione dilaga ma recitano mantra...

Il crepuscolo di quello che avanzava tra le briciole dei miei idoli si è trasformato in buia e oscura tenebra proprio nel luogo dove il fragile uomo li ha inventati.

...nichilismo...


"Cercavo grandi uomini e ho trovato sempre e soltanto le scimmie dei loro ideali"
Friedrich Wilhelm Nietzche